Confini – prerogativa umana

Stamattina guardavo il mio cane Toby correre nell’area cani qui, vicino casa e mi sono fatto qualche domanda sui confini.

Se hai un cane, ti sarai sicuramente accorto che spesso tendono a seguire i perimetri, le recinzioni.

Guardandolo mi sono detto: Guarda come sono territoriali, seguono ed esplorano tutti i perimetri dei luoghi in cui si trovano.

Ed è in quel preciso istante che il pensiero appena formulato è andato in frantumi aprendosi a domande e riflessioni contrarie a quello che la mia testa mi aveva appena suggerito.

Confini, limiti per mano dell’uomoconfini

Peccato però che i perimetri, le recinzioni ed i confini in generale siano solo una prerogativa esclusiva dell’essere umano.

A quel punto ho cominciato ad immaginare quel luogo senza gli interventi di manipolazione e delimitazione umana.

Via la rete che separa l’area cani dal campo da calcio; via il muretto che separa il campo da calcio dal giardino della casa laggiù in fondo e via via così, fino a vedere una campagna sterminata.

Tutto aperto, liberi di spostarsi come natura vorrebbe e permetterebbe.

Ecco come l’essere umano ha modificato e plasmato a suo piacimento (non unanime), immagine, somiglianza e necessità, l’ambiente.

Creando le proprietà, private, invalicabili.

La base delle differenze sociali e delle esclusioni.

Tu qui puoi entrare, mentre qui no. Stattene al tuo posto, qui è roba mia!

Dato che sei arrivato fin qui, che ne dici di mettermi un like alla pagina facebook? Te ne sarei grato. Ad ogni modo andiamo avanti…

Possesso

Dalla delimitazione di tutti questi confini e proprietà ne esce poi un altro aspetto (innato?!) dell’ essere umano: il possesso.

Che non solo stabilisce chi può oltrepassare i confini che io ho messo, ma esonda fino al decidere anche dove può arrivare un’altra persona nonostante non coinvolga i confini delle mie proprietà.

A meno che questo senso di proprietà non si estenda anche agli esseri viventi.

Una catena che si auto incatena.

Io decido per me e per te.

Da un lato so bene che possono sembrare discorsi esagerati o senza senso, ma sono fermamente convinto che tutto sia concatenato.

Dal confine si passa alla proprietà, dagli oggetti si arriva a parti del pianeta su cui abitiamo, fino ad arrivare all’arroganza di credersi proprietari delle persone o animali.

Tu magari mi chiederai ora “Ma scusa, se una cosa è mia è giusto che gli altri non possano usarla!”

E io rispondo con un’altra domanda: Ti sembra giusto che chi è più ricco possa comprare quello che vuole? Spiagge? Isole? Montagne? Trovi corretto che ti venga vietato di passeggiare vicino ad un fiume perchè qualcuno, più in alto di te nella scala sociale economica, ha comprato quel terreno che un tempo (e per sua natura) sarebbe di tutti?

Non solo oggetti e terreni

Un altro problema, che corre tenendosi per mano con quello del possesso è anche quello dell’estensione e della trasmissione dei limiti e dei confini dall’esterno a dentro di noi.

In parole povere

più confini e limiti ci sono attorno a noi, più rischiamo di diventare limitati noi stessi

Conclusioni

Certo, anche gli animali per loro natura (studiata ed interpretata dai nostri occhi) sono territoriali, ma che bello vedere gli uccelli liberi di volare senza permessi, liberi di poter atterrare dove lo preferiscano.

Vedere gli animali selvatici, le volpi, le lepri, che sbucano da non si sa dove e si perdono in una corsa nell’infinità della loro casa, sprovvista di muri, porte o lucchetti.

Casa che si costruiscono e che senza dubbio difendono, ma quante limitazioni in meno di noi hanno…

La più grande limitazione del regno animale e vegetale, siamo sempre noi.

Noi che decidiamo di recintarli per tutelare il nostro giardinetto, per andarli a vedere in uno zoo; noi che decidiamo di costruire aiuole di tot centimetri quadrati così da poter ammirare la bellezza di una pianta che ci doni ombra, profumo, ossigeno e serenità, ma che non esageri e che non sporchi il vialetto.

Noi che mettiamo in una gabbia, anzi che dico, una voliera bellissima, degli uccelli per il gusto di guardarli e compiacerci di tanta bellezza e noi che rinchiudiamo pesci negli stagnetti giapponesi dei nostri giardini per ammirare la quiete che ci trasmette quel bel pesce immobilizzato dal nostro ego smisurato.

A proposito di ego, leggi questo articolo

Concludo davvero

Potrei aver divagato, lo so, ma il bello dello schermo (o del foglio bianco) è anche la Libertà di riempirlo a proprio piacimento, tracciando delle linee che per una volta non siano delimitazioni o confini, ma che aprano tutto quello che non ha confini dentro alla nostra mente.

Questa è una riflessione, libera.

E per me la risposta, sta sempre di più nella condivisione e nel rispetto di tutte le forme di vita.

Se possiamo evitare qualche limite, barriera o confine, cerchiamo di farlo. Il mondo, quello disegnato dalla Natura, è tanto più bello di un parcheggio con una sbarra e del filo spinato.

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