Giornata mondiale dell’ambiente – prendiamocene cura

Venerdì 5 Giugno 2020 – Giornata mondiale dell’ambiente: vediamo assieme come prendercene cura.

Dal 1974, al grido di “Only One Earth” (una sola Terra), si celebra questa giornata che vuole porre attenzione alla salvaguardia del nostro Pianeta.

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stonature giornata mondiale ambiente
foto: Danny Rambaldo – guarda la sua galleria – Instagramsito

2020: è il momento per la Natura

Questo è lo slogan per l’edizione di quest’anno, ma che dovrebbe ricordarci che ogni giorno è il momento.

Nello specifico quest’edizione è focalizzata sul declino della biodiversità, concentrandosi su tutte quelle specie in pericolo di estinzione: circa un milione su un totale stimato di 8,7.

Questo ritmo preannuncia la sesta grande estinzione di massa secondo gli scienziati.

Spesso parliamo di clima, ambiente, società, come se fossero delle entità distaccate da noi, quasi delle idee, o qualcosa che ci piove addosso senza che noi possiamo far nulla.

Visto e constatato che questo blog non è votato al disperare e al piangersi addosso, ma all’azione concreta, vediamo qualche piccolo gesto che quotidianamente, fa la sua parte per salvare il mondo.

Sì, perché alla fine di tutto, siamo noi a prendere le decisioni e a cambiare le sorti di questo Pianeta.

Qualche consiglio per salvaguardare l’ambiente

Salviamo la Natura

Prendiamo 3 semplici categorie:

  • Consumi
  • Mobilità
  • Cibo

Consumi

I consumi a mio avviso sono il male più grande della società moderna.

L’iperproduzione di oggetti inutili o poco durevoli sta letteralmente devastando l’habitat di tutte le specie viventi (tra cui, scusate se è poco, la nostra).

L’abbattimento dei costi di produzione e vendita degli oggetti, è la linfa del consumismo, che a sua volta alimenta sfruttamento di persone, animali e Terra.

Possiamo comprare tutte le cose più bio, green, con le foglioline verdi che vogliamo, ma c’è solo un modo per gravare meno sulle sorti del Pianeta: produrre e consumare meno.

Volere meno.

La giuria popolare mette spesso nelle condizioni di sentirsi in qualche modo tagliati fuori se non si rispettano certi canoni di status sociale (misurato stranamente in base agli oggetti che si possiedono).

Un’automobile umile, un telefono che faccia il telefono, meno abiti, ma di qualità superiore, non strafogarsi negli all you can eat, sono cose da povery (come va di moda leggere in giro).

Se non rispetti gli standard, ti senti quasi ghettizzato/a. C’è il terrore, anzi

il timore di poter sembrare poveri

per dirla come Frankie Hi-Nrg Mc nel suo capolavoro Quelli che benpensano.

Ma questa corsa sfrenata all’approvazione è lacerante per il Pianeta su cui abitiamo.

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Mobilità

Secondo tasto dolente ed importante è il modo in cui ci spostiamo e i mezzi con cui decidiamo di farlo.

Aerei, moto e auto, sono le tipologie più impattanti.

Per farti un’idea, pensa che un aereo emette circa 900 g di CO2 a persona per km, un’auto circa 200 g di CO2 a persona e una moto circa 100 g di CO2 (dati approssimativi incrociati tra più fonti).
Ah già, dimenticavo: a piedi e in bicicletta zero grammi di CO2 per persona.

Certo, si sono inventati le ibride, ma come ho già detto anche QUI, le auto sono green quando sono spente.

Ci sono dei mezzi veramente sostenibili: gambe, bicicletta, pattini, monopattino.

Guarda un po’, sono pure attività che fanno bene alla salute.

Quindi non solo non inquinano e avvelenano l’aria, ma ci fanno pure bene. Doppio vantaggio.

Le strade sono invase di auto, che oltre ad inquinare, riscaldano fuori di misura l’ambiente circostante.

I parcheggi sono intasati di auto parcheggiate e roventi sotto al sole.

Gli aerei sfrecciano in cielo disegnando colonne bianche e disturbando anche il silenzio che puoi assorbire in alta montagna:
se c’è una cosa che rompe l’incantesimo di quei momenti poetici è proprio l’aereo che passa sopra la testa.

Tutti questi viaggi in giro per il globo, non sono affatto salutari per lo stesso, anche se ingrassano le gallerie di Instagram a più non posso.

Spostarsi lentamente riporta a una dimensione più naturale del viaggio ed è sano.

Non si hanno problemi di traffico o parcheggio coi mezzi suggeriti sopra.

Bici elettriche e auto ibride sì, sono meglio, ma ricorda che tutte le batterie di cui sono dotate, un giorno dovranno essere smaltite.

E poi, vedi punto precedente, produrre ha un costo e un impatto notevole.

Leggi anche 10 modi per spendere (e consumare) meno

Cibo

Ultimo, ma non meno impattante, il cibo.

Dalla scelta vegan al chilometro zero, ce n’è per tutti i gusti.

Scegliere con cura ed attenzione la tipologia e la provenienza di quello che mangiamo è di fondamentale importanza per la Terra, gli animali e le persone che lavorano in determinati settori.

La facile reperibilità di ogni varietà di prodotto rende difficile chiedersi da dove e come arriva sullo scaffale del supermercato.

La pretesa di avere frutta e verdura fuori stagione e da ogni paese del mondo ha un peso notevole sull’ambiente.

I fattori in gioco sono tantissimi: pesticidi, fertilizzanti, confezionamento, trasporto, sfruttamento di terreni, animali e lavoratori agricoli.

Il gioco dei prezzi al ribasso delle grandi catene di distribuzione è la grande leva dello sfruttamento della manovalanza agricola.

Insomma, porre particolare attenzione a quello che si mangia è importantissimo. Possiamo dire che la spesa è quella che ha maggior rilievo, in quanto per tre volte al giorno ci sediamo a tavola e consumiamo.

Se quello che consumiamo va a sostegno di realtà sostenibili, ne trarremo tutti dei vantaggi.

Ad esempio una volta mi è capitato che mi venisse servita dell’anguria come dessert, in una malga a tremila metri.

Lì per lì magari non ci pensi, ma poi se attivi giusto qualche connessione neuronale, ti rendi velocemente conto che a tremila metri, nel cesto della frutta, dovrebbero esserci probabilmente mele della valle sottostante, frutti di bosco, noci e castagne.

Di certo non anguria e banane.

Allora il cervello parte, e pensa al malgaro che è sceso in paese, si è recato al supermercato e ha scelto quell’anguria; a sua volta la vedi scaricata da un muletto, in una di quelle casse giganti, che la preleva da un tir, che probabilmente arriva dalla prima città vicina e dal centro logistico del supermercato, a sicuramente decine di chilometri di distanza. Quell’anguria però non sarà stata coltivata nel parcheggio del centro logistico e arriverà da un mercato ortofrutticolo che l’ha ricevuta da un altro camion che arriva (si spera, per concludere in fretta) dal produttore a centinaia di chilometri di provenienza, se non addirittura da altri paesi. Per concludere, c’è anche tutta la parte di agricoltura intensiva dietro, insomma, non certo la scelta più sostenibile di tutte.

COSA FARE QUINDI?
  • Scegliere prodotti di stagione, che necessitano di meno lavorazione per la produzione e la coltivazione. Più adatti al periodo in cui nascono naturalmente, con tutti gli aspetti nutrizionali specifici (guarda caso) per la stagione in cui maturano.
  • Scegliere prodotti a km zero e da agricoltura biologica (vera); un’agricoltura che tenga conto della biodiversità e che non si accanisca sulla monocoltura per sfruttare il terreno fino a lasciarlo inerte.
  • Scegliere prodotti col packaging meno impattante. Quindi meno plastica e più carta, ad esempio. O perché no, senza involucro, laddove non necessario.
  • Scegliere la piccola distribuzione e non quella delle grandi catene monopolizzatrici o industriale.

A proposito di cibo, vai alla sezione RICETTE

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foto Danny Rambaldo – Instagramsito

La costanza è l’ultima a morire

Passami il gioco di parole.

La costanza è quello che serve realmente per far sì che sia sempre il momento per la Natura.

Queste piccole attenzioni e gesti, che magari ci sembrano inutili e di poca rilevanza, sono in realtà quelli più importanti per la tutela dell’ambiente, per la loro concretezza.

People have the power

canta Patty Smith e non c’è cosa più vera.

Il potere di salvare la Terra e la Natura lo abbiamo tutto noi.

Se è vero che le decisioni prese “dall’alto” non sono di nostra competenza, è vero anche che è sempre la richiesta ad alimentare l’offerta (anche se purtroppo il grande consumo sfrenato ha un po’rivoltato la situazione).

Per dirla in pratica, tornando alla nostra anguria: il malgaro si procurerà quel frutto finché ne avrà richiesta o riscontro positivo. Se ogni volta si ritroverà a doversela mangiare e a spendere dei soldi inutilmente (ahimè quasi sempre l’unica motivazione che spinga a cambiare i comportamenti è il soldo), in breve tempo si affretterà a non proporla più nel cestino della frutta, dando maggiore spazio, magari, ai prodotti più naturali delle sue terre. E così in tutto, soprattutto nel grande impero del mercato.

Viene da sé che il nostro piccolo gesto, fatto con la borsa della spesa in mano, può fare una grandissima differenza sulle sorti della Natura.

Conosci PIANTUMAZIONE SELVAGGIA?

Conclusioni

Usare meno l’auto e spostarsi di più a piedi o in bici, comprare meno oggetti di cui non abbiamo reali necessità (o comprare di seconda mano), e mangiare più naturale, sono solo tre di tantissimi aspetti che possono curare il Pianeta.

Iniziamo oggi stesso a farlo, cosicché non sia più necessario doverlo ricordare ogni anno.

Impariamo nuovi stili di vita, più sostenibili, e non dimentichiamoci che il potere è nelle nostre mani.

Abbiamo il potere di guarire e prenderci cura della Terra, oppure di distruggerla, sta a noi la scelta, ogni giorno, in ogni gesto.

RISPETTA LA VITA, RISPETTA LA NATURA

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Fonti:

ISPRA https://www.isprambiente.gov.it/it/events/5-giugno-2020-giornata-mondiale-dellambiente

Sulle emissioni  https://www.co2nnect.org/help_sheets/?op_id=602&opt_id=98&nmlpreflang=it

 

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