La spesa periodica è uno degli aspetti più impattanti delle nostre scelte. Indignarsi davanti alle immagini di isole e fiumi di plastica è utile principalmente al nostro ego, ma è nel nostro carrello che si fa la differenza.
Vediamo come impattare meno sul pianeta quando siamo al supermercato.
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Fare la spesa in modo sostenibile si può anche nei supermercati
Fatta la premessa che la grande distribuzione è quasi sempre il diavolo rispetto al commercio al dettaglio di paese, e che sono un promotore di tutto ciò che è distante dalle grandi catene, etc., sono anche consapevole del fatto che spesso sia difficile muoversi solo tra realtà piccole e sostenibili, quindi, vediamo come addolcire la pillola.
Non è un segreto che un certo tipo di acquisto sia spesso proibitivo (bio, certificato, sfuso, o altro) e quindi, prima o poi, tutti ripieghiamo sulla spesa dal colosso di turno.
Reduce da una delle rare spese (detesto quei capannoni pieni di futura immondizia) in un grosso supermercato, ho deciso di stilare una lista di alcuni dettagli a cui prestare attenzione quando si fa la spesa in questi posti.
- Se non locale, almeno italiano – Non è né facile e tantomeno scontato riuscire ad acquistare prodotti locali, soprattutto tra frutta e verdura. Facciamo in modo almeno di comprare prodotti italiani. Anche nella pasta, per esempio, o nell’olio e molti altri prodotti, fai attenzione alla filiera. Troppo spesso i più bei nomi che sembrano “tradizioni” italiane e casalinghi hanno poi grani coltivati extra UE, etc.
- La confezione – Un altro aspetto importantissimo è il packaging: evita il più possibile le confezioni di plastica, anche quella riciclabile o riciclata. Prediligi, ove possibile, la carta. Si tratta di investire qualche minuto in più nella lettura della confezione, per dare enormi vantaggi al pianeta. Ricorda che anche se riciclabile o riciclata, la plastica richiede un enorme dispendio energetico. Basta cercare con attenzione e vedrai che anche il giganti hanno qualche tipologia (di pasta ad esempio) in confezioni riciclabili nella carta.
- No a frutta e verdura implasticati, dai – Questo penso sia l’aspetto più vergognoso e brutto da vedere. Un broccolo tutto tirato dentro a uno strato di plastica nun se po’ vedé! Al di là dell’aspetto etico, è poco invitante vedere un cibo vegetale, fresco e sano rinchiuso in una capsula di plastica – immondizia. Certo, anche i sacchetti dove riponi la verdura sfusa sono di plastica, ma almeno dai loro un secondo utilizzo (nel bidone).
- Occhio al Vegan – Anche qui il verbo è uno: leggere. C’è pieno di alimenti vegan non dichiarati, senza marchi o certificazioni. Leggi gli ingredienti. Ci guadagni in finanze (decisamente più economico il non certificato) e in consapevolezza: sai che cosa stai per buttare al tuo interno e, magari, eviterai di comprare certe porcherie che a prima vista, con tutti quei bollini verdi, poteva sembrare sano ed etico.
- (BONUS) Occhio al prezzo al kg – E qui ti lascio il bonus, un classico per alcuni, una via sconosciuta per molti altri. Fai attenzione agli specchietti per le allodole, spesso i prodotti in offerta costano più di altri a prezzo normale e, in linea di massima, controlla sempre il prezzo al kg. Questo consiglio non c’entra con la sostenibilità ambientale, ma con quella legata alle finanze personali.
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La sostenibilità parte dal nostro carrello
Per concludere, aggiungo che la sostenibilità parte dal non usare il carrello, ma nell’andare dai piccoli produttori, dal preferire la filiera corta.
Ne guadagna il pianeta, l’economia locale (e reale), sai da dove arriva il tuo cibo e molto facilmente sai anche come viene prodotto.
La sostenibilità ambientale non si veste di etichette, slogan o certificazioni, ma di gesti e scelte quotidiani.
Solo così la nostra amata Terra potrà tirare un sospiro di sollievo.
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